È arrivato il disegno di legge unitario sull'omofobia di tutto il Centrodestra che sta in maggioranza, un testo alternativo a quello condiviso da tutto il Centrosinistra e a firma Alessandro Zan, deputato del PD. E se la Commissione Giustizia del Senato ha comunque deciso 12 voti a 9 di scegliere proprio il testo Zan come base di partenza della discussione, tra le proteste di tutto il Centrodestra, compreso Fratelli d'Italia, la polemica comunque va avanti perché riguarda anche le differenze sostanziali che ci sono fra le due proposte. Secondo lo stesso Zan, il disegno di legge del Centrodestra è pasticciato e rischia di entrare in conflitto con la legge Mancino, che già interveniva sui reati fondati su etnia, nazionalità e religione. Il Centrodestra invece rivendica come necessaria la sua azione proprio per superare le polemiche su un testo che ritiene ideologico e anche pericoloso sul fronte del rispetto del diritto di opinione. Le principali differenze riguardano la questione del gender, nel testo di Centrodestra non ci sono riferimenti ai transgender e soprattutto non esiste la specifica contenuta in quello Zan sull'identità di genere, come identificazione percepita di se anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione. E una delle accuse del Centrodestra è che questo, riguardando anche i minori, non sia accettabile. E l'altro punto ti divergenza importante è che mentre Zan interviene sull'articolo 604bis del codice penale, potenziando la già prevista aggravante per odio, il Centrodestra agisce sull'articolo 61 che prevede aggravanti generiche da cui anche la differenza delle pene, raddoppiate dal DDL Zan e aumentate invece di un terzo dal testo del Centrodestra.