Parlamento in crisi, D'Incà: si a voto a distanza

13 ott 2020
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Sono 108 i parlamentari che hanno chiesto di dire sì al voto a distanza, una ipotesi fino ad ora sempre esclusa dai Presidenti di Camera e Senato, Figo e Casellati. Giovedì la giunta del regolamento si esprimerà sul tema. Il COVID infatti ha colpito anche i polmoni della democrazia, Camera e Senato. Quarantene e isolamenti, soprattutto nella maggioranza, stanno rendendo i voti una corsa ad ostacoli. Il governo con il ministro D'Incà, a Sky Tg24, chiede di rispondere ad una minaccia eccezionale come quella del virus con delle risposte altrettanto eccezionali. Io sono disolito contrario al voto a distanza, reputo che il luogo del Parlamento sia un luogo importante per la condivisione, poter confrontarsi, però rispetto al momento attuale molto probabilmente, soltanto per il tempo dell'emergenza per il coronavirus, che in questo momento è fino al 31 gennaio, potremo a mio parere, pensare, ma questo ripeto, sarà i gruppi parlamentari con le presidenze di Camera e Senato, doversi confrontare ad un voto a distanza soltanto per i malati di coronavirus e soltanto per le persone messe in quarantena, o altrimenti farlo soltanto per alcuni voti particolarmente difficili come quelli che sono a maggioranza assoluta. Il ministro e il premier Conte, sottolineano che non c'è nessun problema politico nella maggioranza, i numeri ci sono, sia alla Camera che al Senato. Ma tra poche ore a Palazzo Madama si voterà sulla nota di aggiornamento del Def e soprattutto sull'annessa relazione che contiene lo scostamento di bilancio, primo vero step della manovra d'autunno che dovrà essere finanziata in parte dal recovery fund, per farlo però la Costituzione, articolo 81, indica che è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti dell'assemblea, non dei presenti quel giorno, quindi ci vogliono 161 voti. Quindi è possibile che qualcuno dall'opposizione faccia un passo in avanti verso Giuseppe Conte e il suo Governo. Il tema dell'esercizio della democrazia comunque ai tempi del COVID sta diventando critico per questo, anche guardando gli appuntamenti elettorali del prossimo anno, il Viminale ha accelerato sulla ricerca di immobili da adibire a seggi elettorali, per evitare che le scuole debbano fermarsi ancora.

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