Sul piano più in generale l'Italia ha sempre sottolineato la necessità che gli arrivi dei migranti, conseguenti ad interventi di recupero in mare non possano pesare per i soli paesi che rappresentano la frontiera esterna dell'Europa. Queste considerazioni valgono ancor più nel caso in cui gli interventi conseguono ad operazioni non coordinate dagli Stati e condotti da navi facenti capo ad ONG e spesso in acque SAR non italiane. Non può essere un soggetto privato a scegliere in modo più o meno preordinato il paese dove sbarcare i migranti.