Il secondo sbarco di migranti nel centro albanese di Gjader è ancora caratterizzato da un plotone molto ristretto. Uno degli otto selezionati per la procedura accelerata di frontiera è infatti risultato vulnerabile durante lo screening medico ed è pronto per fare rientro a Brindisi a bordo della Libra della Marina Militare. Gli altri sette resteranno invece nel centro in attesa della decisione dei giudici romani sulla convalida del trattenimento che dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Dopo lo scontro politico scaturito dalla scelta dei magistrati capitolini di riportare in Italia i primi 16 migranti sbarcati in Albania, il presidente dell'ANM Giuseppe Santalucia si è augurato che "la giurisdizione possa lavorare serenamente. I magistrati fanno il loro mestiere e non c'è nessuna invasione di campo". Ma in caso di nuova bocciatura da parte delle toghe, con l'inversione di rotta dei migranti verso l'Italia, potrebbero tornare a salire i toni del braccio di ferro tra magistratura e governo, visto che l'esecutivo non intende rinunciare al "modello Albania" considerato un caposaldo della sua politica migratoria. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi continua a difendere l'operazione ed annuncia nuovi ricorsi. Noi, afferma, siamo convinti che sia tutto conforme al diritto europeo. Ci sono dei giudici che si stanno pronunciando in un certo modo, noi non siamo d'accordo su queste pronunce e le abbiamo impugnate. Sul posto è presente una delegazione parlamentare di Pd e Movimento 5 Stelle e i rappresentanti delle associazioni del Tavolo asilo e immigrazione in missione di monitoraggio per verificare le condizioni dei centri: spazi abitativi, servizi igienici e il rispetto delle procedure legali internazionali. I deputati accusano: "Il centro è un carcere a cielo aperto".