Orgoglio di vittoria e costante insidia del governare le amministrazioni comunali restano per il Movimento 5 Stelle, insieme, forza e debolezza. I due casi simbolo sono ancora loro: Roma e Parma in una spirale di polemiche e problemi, con la prima che, però, ha una sindaca protetta e difesa, mentre nell’altra il primo cittadino è pronto a sbattere la porta. Con grande fatica Virginia Raggi ha completato la sua Giunta, con scelte giudicate da molti, anche dentro al Movimento, al ribasso e un po’furbe. Vale per l’assessore alle partecipate, Massimo Colomban, vicinissimo a Casaleggio; vale ancora di più per Andrea Mazzillo, al bilancio, pieno raggio magico attivista con un recente passato di candidato PD. Peccato veniale a sentire Grillo. “Cosa vuol dire? Mica è un reato? Anche io ho avuto una tessera del PD. Non l’ho mai detto? Mi sono iscritto ad Arzachena”. Sulla Giunta, che venerdì si riunirà al completo, pende l’indagine a carico di Muraro, accusata, pare, anche di abuso d’ufficio in un legame con Giovanni Fiascon, che certo non aiuta, nonostante la tranquillità un po’ fredda ostentata dal Direttorio. “Aspettiamo almeno di sapere quali siano tutti gli specifici capi di imputazione. Da noi non funziona che aspettiamo il terzo grado di giudizio, però sapete benissimo che non c’è ancora neanche un avviso di garanzia. Lo sapete meglio di me”. Lunedì pare destinato a deflagrare anche il caso Parma. Pizzarotti, sospeso da mesi, ha convocato una conferenza stampa, intenzionato a dare, se non l’addio, perlomeno un forte scossone al Movimento. Pronti a seguirlo i suoi consiglieri, “perché nessuno – scrive Pizzarotti – può prendere in giro i miei concittadini”.