Era una vittoria attesa, ma forse non con queste dimensioni, quella di Alberto Cirio, riconfermato presidente della Regione Piemonte, con un distacco enorme sulla diretta concorrente Gianna Pentenero, Partito Democratico, che rappresentava la coalizione di Centro-Sinistra. "Sicuramente essere davanti con oltre 23 punti è tanto, soprattutto perché è una conferma, nel senso che 5 anni fa io venni scelto come governatore del Piemonte, forse con la voglia di cambiamento. Oggi, invece, vengo confermato con la consapevolezza di una scelta da parte dei cittadini e dei piemontesi che io naturalmente onorerò con il massimo impegno e la massima determinazione". In Piemonte l'affluenza si è fermata al 55,3%, 8 punti in meno rispetto al 2019. La nuova legge elettorale regionale, basata su un premio di maggioranza crescente, in proporzione alla percentuale di voti raggiunti, consente a Cirio di contare su 30 seggi su 50 in Consiglio, il 60%. Appena 18 seggi alla coalizione di Centro-Sinistra che ha pagato anche la rinuncia alla costruzione di un campo largo con il Movimento 5 Stelle. "È un dato che comunque conferma una solidità del Partito Democratico, della coalizione di Centro-Sinistra, e quindi questo è sicuramente un dato positivo. Certo, avessimo un campo largo, forse avremmo ottenuto risultati diversi, ma la porta è stata aperta fino all'ultimo, ma nessuno ha voluto cogliere l'opportunità". Deludenti i risultati di Alberto Costanzo, Lista Libertà e Francesca Frediani, Piemonte Popolare, entrambi sotto il 2%, non entrano in Consiglio. I restanti 2 seggi se li aggiudica il Movimento 5 Stelle, che però rimane sotto l'8%. "Pentita di non aver costruito un campo largo qui in Piemonte?" "Non c'è nessun rimpianto rispetto a questa scelta. La nostra è stata una campagna elettorale identitaria. Abbiamo portato avanti i nostri temi. Non si fanno le alleanze per battere qualcuno, ma per costruire un progetto concreto. Qui non c'erano le basi per farlo".