“Penso tre cose. La prima è che Paolo Gentiloni è una persona perbene ed è una persona competente, che in questo periodo, in particolare quando è stato Ministro degli Esteri, si è conquistato stima e fiducia a livello internazionale. La seconda è che il sentimento di amarezza e di sfiducia diffuso in Paese ha un fondamento e va preso molto sul serio, perché corrisponde indubbiamente ad un malessere innanzitutto economico, sociale, che non è soddisfatto e non è sufficientemente interpretato. Vorrei dire non interpretato né dalla rabbia continua né dal dire che le cose stanno andando meglio. Entrambe, secondo me, non riassumono bene la posizione del Paese. La terza cosa è che Gentiloni, secondo me, ha fatto bene a conservare tutte le posizioni plurali nel Governo. Se c’era un limite obiettivo del Governo Renzi è stata la ristrettezza del gruppo dirigente. Il punto, per Gentiloni, non è escludere le persone più vicine a Renzi, tutt’altro, ma dimostrare, invece, la possibilità di fare un gioco di squadra che non abbia un tono solo, una corda sola da suonare”.