Ore nervose quelle che precedono il voto sulla mozione di sfiducia al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede con scambi di avvertimenti dentro la maggioranza. A Palazzo Madama andranno al voto due mozioni, quella del centrodestra e quella, ben più insidiosa, sottoscritta da Emma Bonino, che tenta il drappello dei renziani, 17 senatori che potrebbero fare la differenza in un'aula in cui i numeri sono da sempre risicati. Una mossa che aprirebbe, lo hanno Detto esplicitamente sia PD che Movimento 5 Stelle, una crisi di Governo. Di Maio crede nella solidità dell'esecutivo, Crimi dice chiaramente cosa significherebbe. Il Ministro della Giustizia è il nostro capo delegazione. Il Ministro della Giustizia è un Ministro importante e se qualcuno della maggioranza ritiene di votare la sfiducia al Ministro Bonafede, ovviamente è come votasse una sfiducia al Governo. “Un voto di Italia Viva contro Bonafede aprirebbe la crisi, quindi penso non ci sarà” sostiene lapidario il Presidente della Camera Roberto Fico e di crisi parlano anche i capigruppo PD, ma Marcucci, il più vicino ai renziani, aggiunge che il Guardasigilli ora dovrà ricordarsi di essere parte di un Governo di coalizione. I senatori di Italia Viva formalmente attenderanno di aver ascoltato in aula il Ministro, provano a tentarli dall’opposizione. Chiediamo che Bonafede se ne vada e ci rivolgiamo innanzitutto ai garantisti, ai liberali della maggioranza, in particolare Italia Viva. Direi anche al PD, se ci sono ancora garantisti del PD, di votare con noi. I retroscena raccontano di un Renzi determinato ad alzare la posta e a far valere il voto per Bonafede e le due ore di Maria Elena Boschi a Palazzo Chigi sembrano andare in quella direzione. Contro Bonafede e contro l’ex capo di Italia Viva il centrodestra con Salvini e Meloni convinti che alla fine si riduca tutto ad uno scambio nel nome di qualche poltrona.