Suicidio assistito, Parlamento discute su eutanasia

23 nov 2021
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Un diritto sancito dalla Corte Costituzionale, una legge attesa da anni. In mezzo c'è il dolore e la sofferenza personale dei malati e di chi... un uomo tetraplegico di 43 anni nelle Marche ha ottenuto, primo in Italia, il via libera suicidio assistito. Un percorso fatto di ricorsi e carte bollate nel nome di quello che decise la Consulta due anni fa nel caso Cappato e DJ Fabo. Un via libera che nelle ultime ore sembra destinato a scontrarsi con l' ennesimo stop. Quello della regione Marche che rinviata di nuovo ad un tribunale la decisione appellandosi, lo fa l'assessore Saltamartini, ad una norma che dovrebbe essere emanata dice dal Parlamento. "Ci deve essere l'intervento del legislatore perché basti solo pensare che non si sa quale possa essere la terapia per il fine vita. Questo già è un dilemma molto concreto. Ci sono quindi delle condizioni etiche, tecniche, giuridiche e normative che devono essere affrontate. La Corte Costituzionale l'ha detto, è compito del Parlamento intervenire. "Posizione che equivale, accusa Marco Cappato, ad un sabotaggio nei confronti di una persona che ha fatto una scelta. "La Corte Costituzionale ha stabilito due anni fa quali sono le condizioni legali per ottenere l'aiuto medico al suicidio. Dire e rispondere che non si sa come fare perché non si sa quale farmaco, significa nascondersi dietro a una questione tecnica per sabotare, per tenere in trappola una persona." Un dibattito etico in cui si fa sentire anche la voce del Vaticano a chiedere che venga perseguita solo la strada delle cure palliative. Posizioni che finiscono in un calderone che vede il Parlamento incapace di arrivare ad una sintesi legislativa ormai da anni. E mentre più di un milione di persone hanno già firmato per il referendum sull'eutanasia, in Commissione si esaminano le proposte di legge in materia e si cerca una mediazione per un provvedimento che al netto dell'ostruzionismo del centro destra, dovrebbe arrivare in aula il prossimo 29 novembre e che al momento consentirebbe al personale sanitario di essere obiettori di coscienza rispetto alla morte medicalmente assistita.

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