Il nuovo Decreto Aiuti immette 9,1 miliardi per tamponare il caro bollette, e fra i provvedimenti, spiccano la proroga del prezzo del gas per le case al 10 gennaio, la possibilità di rateizzare gli aumenti fino a un massimo di 36 mesi, l'innalzamento a 5000 euro del tetto per l'uso del contante, e la revisione del superbonus al 110% per l'edilizia. Le azioni e i progetti dell'esecutivo ottengono al momento l'apprezzamento del cosiddetto "mondo produttivo", i cui rappresentanti dopo l'incontro a Palazzo Chigi parlano in coro di confronto andato molto bene e si dicono soddisfatti dalla disponibilità trovata. Ma proprio sul super bonus edilizio il clima è diverso. Il Governo rivendica la scelta di portarlo al 90% e parla della cessione del credito come di una possibilità, non un diritto. Giorgia Meloni dice che così com'era il bonus ha creato distorsioni, è costato 60 miliardi allo Stato, ha creato un buco di 38, e il tutto per premiare non i redditi bassi ma quelli medio-alti. Il Ministro dell'economia è netto: "La decisione di concentrare in modo selettivo a favore dei redditi medio-bassi è una scelta politica. Io ho detto e ribadisco, che non si è mai visto nella storia, almeno italiana, una misura che costasse così tanto per la finanza pubblica a beneficio di così pochi". Molto dura la reazione dell'opposizione, specie quella dei 5 Stelle che del superbonus furono i fautori, con Conte che attacca: "Il Governo cambia le regole in corsa e rompe il patto con famiglie e imprese, danneggiando chi aveva gia programmato investimenti". Anche i rappresentanti del mondo dell'edilizia però lanciano l'allarme per l'intera filiera: "Così si rischia il fallimento di molte aziende", avvertono. E dentro la maggioranza, restano i dubbi. Forza Italia parla della necessità di correttivi da apportare in Parlamento.