Dall'accordo sulla Via della Seta non abbiamo ottenuto grandi risultati ribadisce il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, arrivato in Cina per una missione volta a sottolineare la centralità delle relazioni culturali ed economiche tra i due Paesi, all'indomani delle dichiarazioni sulla possibilità di uscire dall'accordo siglato nel 2019 dal Governo Conte. "Noi valuteremo il da farsi per quanto riguarda la nostra partecipazione alla Via della Seta. Il Parlamento deciderà, ma qualunque sia la decisione questo non deve e non pregiudicherà i rapporti, gli ottimi rapporti, che abbiamo". Fitta l'agenda culturale del capo della Farnesina, iniziata con la partecipazione alla messa dei Padri Salesiani nella cattedrale del Salvatore a Pechino, e proseguita con la visita delle Stele commemorativa di Padre Matteo Ricci. "Il gesuita italiano è considerato un precursore del dialogo interculturale, un vero e proprio ponte tra la cultura cinese e quella occidentale. La visita del Ministro degli Esteri Antonio Tajani in Cina si inserisce all'interno di questo quadro: ribadire la volontà dell'importanza della cooperazione tra Italia e Cina, e questo a prescindere se l'accordo sulla Via della Seta verrà rinnovato oppure no". In agenda ci sono anche importanti incontri istituzionali, Tajani vedrà il Ministro del Commercio cinese, il capo della diplomazia di Pechino Wang Yi, con il quale affronterà diversi temi, tra cui l'immigrazione e il ruolo della Cina nel conflitto in Ucraina. "Credo che possa, il Governo cinese, influire su Putin affinché torni a più miti consigli, e possa dare il via ad una nuova stagione che porti alla pace, una pace giusta, che significa Indipendenza e libertà dell'Ucraina". La missione cinese di Tajani sarà anche preparatoria alle visite del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.