Palazzo Chigi esprime rammarico per una conversazione telefonica carpita da un impostore ma le opposizioni vanno all'attacco e parlano di falla inammissibile. La telefonata risale al 18 settembre, quando Giorgia Meloni era impegnata a tessere la tela diplomatica con i leader africani e lo scherzo telefonico architettato da due comici russi era basato sulla falsa identità di uno dei due attori che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell'Unione Africana. Giorgia Meloni ha toccato diversi argomenti: l'immigrazione, la guerra in Ucraina e la Libia. Sui flussi migratori la Premier punta il dito contro l'assenza di Bruxelles: "L'Europa ha pensato per molto tempo che poteva risolvere il problema dei migranti limitandolo all'Italia. Sulla logorante tragica guerra in Ucraina Meloni insiste sulla necessità di trovare una exit strategy: "C'è molta stanchezza da tutte le parti si avvicina il momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d'uscita. Il Presidente del Comitato di Controllo sui Servizi: Lorenzo Guerini fa sapere di aver parlato con il Sottosegretario Alfredo Mantovano: "Bisogna agire per evitare altri episodi". La maggioranza esalta la coerenza nelle parole di Meloni pur tratta in inganno il Presidente del Consiglio ha ribadito con coerenza e trasparenza la linea dell'esecutivo e del Paese in merito all'aggressione russa all'Ucraina e alla collocazione dell'Italia dalla parte dell'Occidente di Kiev e del pieno rispetto del Diritto Internazionale" Dichiara Tommaso Foti di Fratelli d'Italia. Per il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte la Premier ha fatto una figuraccia planetaria "Giorgia Meloni credendo di avere un colloquio telefonico con un alto diplomatico africano in realtà ha parlato della nostra politica estera e di altri dossier delicati con due comici russi, sono emersi fatti molto gravi". Per il PD Meloni sembra Totò nell'ambasciatore del Catonga lo scherzo telefonico di due comici russi sta facendo sghignazzare tutta Italia ma è un infortunio imbarazzante a Palazzo Chigi ci sono troppi dilettanti allo sbaraglio", accusa Antonio Misiani. Anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi non fa sconti "Avendo lavorato qualche anno a Chigi mi chiedo come sia possibile raggiungere un livello di superficialità così devastante che fa fare una figuraccia non solo alla meloni ma alla Repubblica Italiana".