Le rassicurazioni arrivano da entrambe le parti ma le tensioni restano, nei fatti, a destra come a sinistra. La maggioranza si spacca ma nelle opposizioni non mancano i malumori. Respinto l'emendamento della Lega al Decreto Elezioni sul terzo mandato per i governatori, nel centrodestra ci si affretta a rassicurare sulla tenuta della coalizione, sebbene dal Carroccio ci sia chi, come il presidente del Veneto Zaia, più o meno diretto interessato, avverta: "la strada è ancora lunga". E con lui il governatore della Liguria Toti. Ma è Giorgia Meloni a chiarire: "non faceva parte del programma. È iniziativa parlamentare. Ci sono state opinioni diverse, nella massima serenità, ma non ci saranno problemi", spiega la premier. Che poi sottolinea come il governo sia il più stabile d'Europa. Quanto al premierato non vede alcun rischio di deriva autorità. Da parte sua il leader della Lega lascia intendere che di terzo mandato se ne parlerà ancora, anche se, dice, in una normale dialettica interna. "Ho detto che siamo in democrazia. Ogni tanto le proposte della Lega hanno la maggioranza. Ogni tanto, come in questo caso, vengono bocciate. Secondo me è un peccato pensionare i sindaci e i governatori, anche quelli più bravi, più votati, più amati dopo due mandati. Detto questo il governo non avrà nessun tipo di problema o di fibrillazione". In Commissione Affari Costituzionali al Senato a esprimersi contro la proposta di modifica leghista sono stati Fratelli d'Italia e Forza Italia, sostenuti anche da PD, 5 Stelle, Verdi e Sinistra. Mentre a favore, con il Carroccio, ha votato Italia Viva. Azione non ha partecipato. Dal governo il ministro Ciriani rassicura: "L'attività del governo non viene minimamente toccata da quello che è successo. Il Parlamento può sempre decidere di riaprire la discussione". Dai Dem la segretaria Elly Schlein sottolinea le divisioni del centrodestra: "Abbiamo visto Meloni, Tajani e Salvini affiancati sul palco. Oggi si spaccano in Aula sul terzo mandato e fanno bene da tutto il giorno a chiedersi se ci saranno ripercussioni sulla tenuta del governo". Anche nel PD però le tensioni non mancano con la minoranza che, dopo il voto compatto del partito, esprime forte disappunto su un tema che da tempo divide gli animi.