Arriva velocemente al tavolo, fa l'occhiolino agli ospiti quando incrocia i loro sguardi, attende pazientemente che i clienti prendano i piatti, dopo avergli ordinati con un tablet e augurando buon appetito, rientra in cucina. Essere serviti da un cameriere robot è sicuramente un'esperienza divertente, almeno la prima volta ma, come detto dal re della ristorazione veneziana nel mondo Arrigo Cipriani, manca loro la cosa più importante, l'arte finissima della cortesia. I primi robot ai tavoli in Italia si sono visti poco più di un anno fa a Roma e Milano, al Japan House di Villorba, siamo nella Marca Trevigiana, sono arrivati da poco e presto si vedranno anche in un centro storico di Treviso, città famosa, tra le altre cose, per le sue osterie, con l'oste in carne ed ossa. Difficile pensare si tratti dell'inizio di una rivoluzione, anche se, a detta dei gestori, trovare personale umano è sempre più difficile. "Noi pensiamo che innanzitutto ci sono attività che non possono essere delegate alle macchine, perché un conto è un'attività produttiva, diretta dove ci sono delle linee, 100 pezzi, un'ora, metti il robot troppo lo fa lui, ma attività come soprattutto quelle nostre dei servizi è chiaro dove il fattore umano diventa importante". Il robot costa circa 10000 euro, ci racconta Camilla, la proprietaria del locale, molto soddisfatta del lavoro dell'ultimo arrivato in squadra ma, assicura, si tratta solo di un valido aiuto agli insostituibili camerieri umani. "Camilla, allora, perché avete iniziato a lavorare con il robot?" "Ho sentito che il robottino è una cosa nuova, quindi vogliamo provarla comunque". "È più facile lavorare con il robot o più facile lavorare con i camerieri?" "Più o meno per me sono uguali sai? Quindi tutti e due diciamo".