Ci vorranno ancora giorni, settimane probabilmente, perché ci si riprenda dal crash informatico di venerdì scorso che ha colpito tutto il globo, tranne la Cina, Pechino è tecnologicamente autonoma dal resto del mondo, e la Russia, paradossalmente ad aiutare Mosca sono state le sanzioni occidentali. “Un millenium bug arrivato con 24 anni di ritardo”, così in molti hanno commentato l'aggiornamento con bug di CrowdStrike che ha danneggiato 8,5 milioni di pc e server Windows, ma non solo. Voli cancellati, si parla di disservizi per quasi 6.900 voli, passeggeri costretti a interminabili ore d’attesa in aeroporto, traffico aereo in tilt e inefficienze in tutto il mondo. Se il peggio sembra passato, i disagi, insomma, non sono ancora finiti nonostante un cauto ottimismo sul ritorno alla piena normalità. L'azienda di sicurezza americana, responsabile dell'aggiornamento difettoso, informa che l'errore è stato identificato in un file denominato "Channel File 291". Solo ieri, inoltre, l'amministratore delegato di CrowdStrike, George Kurtz, ha confermato in un post su X che un "difetto" nell'aggiornamento dei contenuti per gli host Windows ha causato l'interruzione. Intanto però gli esperti informatici hanno avvertito gli enti dell'aviazione civile dei Paesi Occidentali che gruppi di hacker, approfittando del bug informatico, potrebbero avviare un’ ondata di disagi. E sebbene il caos non sia stato causato da un attacco hacker, resta da considerare la solida reputazione di CrowdStrike come prima linea di difesa di molte aziende contro gli attacchi informatici. E ora come non mai gli esperti di tutto il mondo riflettono sulle contromisure per un futuro, più efficace, contrasto al caos che questo tsunami sistemico sta ancora generando.