130 eventi sparsi in città fino al 14 maggio. Incontri, dibattiti, workshop e mostre nella quarta edizione di Torino Digital Days, la prima senza restrizioni Covid. 5000 partecipanti per apprendere e offrire un contributo a ciò che ogni giorno sempre più interseca le nostre vite: il digitale. "L'obiettivo è sicuramente quello di creare occasioni di confronto tra istituzioni, aziende, pubblico, operatori del settore. Il digitale ovviamente ormai è dentro tutte le nostre vite e non soltanto la nostra vita lavorativa, ma anche la nostra vita quotidiana, personale e anche così il tema di questa edizione "Intelligenze Sostenibili" vuole parlare proprio di intelligenze artificiali e sostenibilità, due argomenti ovviamente molto presenti nel dibattito quotidiano e che sempre di più entrano all'interno della nostra vita". Anche perché l'intelligenza artificiale da lontano immaginifico futuro è già presente e infiamma il dibattito internazionale. Elon Musk e tanti scienziati nel mondo hanno chiesto uno stop, una riflessione su questa tecnologia perché all'uomo potrebbe sfuggire di mano e diventare estremamente pericolosa per la nostra stessa sopravvivenza. "Il rischio parte sempre dall'ignoranza, la tecnologia dell'intelligenza artificiale è una tecnologia potente ma conosciuta, non può scapparci di mano come qualcuno prevede o anela a volte, allora è chiaro che se la conosciamo, la sappiamo usare e la progettiamo insieme non può essere rischiosa. E' rischiosa come sono rischiose tutte le tecnologie che cambiano l'umanità, cambiano le prassi sociali, culturali, antropologiche di ognuno di noi nei prossimi 20 anni, 30 anni. Questo vuol dire che se ci fermiamo all'oggi, 2023 diciamo vogliamo fare sempre questo lavoro con questa mentalità con questo approccio siamo a rischio perché bisogna cambiare il modo di lavorare. Se invece diciamo: bene, è arrivato un nuovo strumento mettiamoci sul le maniche cacciavite in mano e cambiamo noi stessi insieme alle tecnologie, allora siamo davanti a un'opportunità incredibile. Io credo e sono un ottimista da sempre, che possa essere davvero una svolta epocale per la nostra epoca, per la nostra specie, come è stata l'agricoltura 12000 anni fa".