Auto elettrica, Anfia chiede difesa interesse nazionale

31 mag 2022
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Presa in prestito la frase iconica "Whatever it Takes" del Presidente Draghi, l'Associazione Nazionale della Filiera dell'Industria Automobilistica, si interroga sulla sofferenza del settore, sulla globalizzazione interdipendenza emersa dal complesso contesto internazionale, sul perdurare della crisi dei semiconduttori da Taiwan e dei cablaggi, dopo l'aggressione all'Ucraina, sul perché l'Italia da 5° Paese per la produzione di autovetture nel 2000, sia sceso al 7°. Nel 2021 soltanto 440mila vetture sono state prodotte nel nostro Paese, la metà della produzione della Gran Bretagna e un quarto di quella spagnola. ANFIA si preoccupa dell'impatto che avrà sulle nostre imprese, il voto in Europa sul target di riduzione della CO2 al 100% nel 2035. "Questa volta il legislatore europeo vuole dismettere completamente tutti i prodotti della sua filiera più importante, per abbracciare una sola tecnologia, ad oggi, di totale dominio asiatico." L'Italia, dice il Ministro Giorgetti, che rivendica la mancata sottoscrizione di Cop26, dovrà difendere la neutralità tecnologica. Idrogeno, biocombustibili, non esiste solo l'elettrico: "Il voto è sul filo del rasoio. Io auspico che tutti i parlamentari europei italiani, difendono gli interessi nazionali, gli interessi dell'economia dell'Industria e dei lavoratori italiani, vediamo.".

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