L'aumento delle temperature e la crisi climatica mettono a dura prova la sopravvivenza dei ghiacciai di tutto il mondo, compresi quelli Alpini. Negli ultimi 30 anni la loro massa glaciale si è ridotta del 70% e secondo studi scientifici, entro la fine del secolo, la maggior parte di essi potrebbe addirittura scomparire. A denunciare il tragico scenario è Legambiente, che ha dato avvio alla seconda edizione della Carovana dei Ghiacciai, la campagna itinerante, che fino a metà settembre monitorerà lo stato di questi giganti bianchi. Purtroppo dopo le cattive notizie arrivate dall'Adamello e dal Canin neanche la fotografia del Calderone in Abruzzo sembra delle più rassicuranti. Negli ultimi venticinque anni la sua superficie si è ridotta del 65% e il suo spessore di 9 metri. Come per tutti gli altri ghiacciai italiani anche sul Calderone il segnale dell'inquinamento è evidente. Sulle sue vette si è riscontrata anche la presenza di tracce di cesio radioattivo, scorie di un disastro lontano nel tempo, quello dell'esplosione del reattore di Chernobyl nel 1986, più di 35 anni fa. Lo scioglimento dei ghiacciai comporta anche grandi danni collaterali, all'agricoltura e alle economie locali, un aumento del rischio di frane e milioni di metri cubi d'acqua perduta, oltre alla possibilità che tra qualche decennio le nuove generazioni possano solo sentire parlare di quello che un tempo erano stati questi imponenti giganti di ghiaccio.