Sicuramente è innegabile che le grandi economie, le grandi potenze, esercitino un ruolo importante ovviamente per via, non solo delle proprie responsabilità storiche ma anche delle proprie capacità e ovviamente del ruolo che hanno sul palcoscenico internazionale. Un caso eclatante fu, ad esempio, nel 2015 proprio nel corso della COP 21 che stava per portare all'adozione dell'accordo di Parigi, su forte richiesta degli Stati Uniti venne cambiato all'ultimo momento un termine che di fatto rendeva vincolante o diciamo come incoraggiamento un obbligo importante in termini di politiche da attuare a livello nazionale, perché se non l'avessero fatto sostanzialmente gli Stati Uniti avrebbero poi dovuto far ratificare l'accordo dal proprio Congresso a livello nazionale e sapevano che non avrebbero avuto la possibilità, a quel punto, di ottenere l'approvazione. Questo però non significa che anche i Paesi più piccoli abbiano il loro ruolo, abbiano il loro peso. Prendiamo ad esempio il caso dell'alleanza delle piccole isole degli Stati insulari, denominata AOSIS. La loro alleanza, ad esempio, risulta molto forte in ambito negoziale proprio perché fa leva sulla necessità di mettere in atto una serie di politiche sia di adattamento sia di supporto in termini finanziari, tecnologici di costruzione di capacità che sono imprescindibili per questi Paesi per cercare di adattarsi da una parte e dall'altra raggiungere un futuro e uno sviluppo a basse emissioni di gas serra.