Sarà una sintesi di quanto è stato scoperto negli ultimi anni. Aggiungerà qualche informazione in più, ma soprattutto, per molti anni a venire, sarà la principale bussola in mano a chi dovrà prendere decisioni per affrontare la crisi climatica. È il nuovo rapporto dell'IPCC, il braccio scientifico delle Nazioni Unite che si occupa di cambiamenti climatici. Verrà presentato nelle prossime ore a Interlaken, in Svizzera e chiuderà un ciclo di rapporti iniziato nel 2021. Per leggere il successivo, bisognerà aspettare gli anni '30. Ecco perché c'è molta attesa per la pubblicazione di questo testo, su cui nell'ultima settimana, una nutrita comunità scientifica si è concentrata, pesando ogni parola, fino all'ultima virgola. Scienziati da tutti i Paesi del mondo che si sono così riuniti in Svizzera per la prima volta in presenza dalla pandemia. Cosa c'è da aspettarsi? Vedremo sicuramente una sintesi di quanto emerso negli ultimi anni, a partire dalle evidenze scientifiche. Questo gruppo di lavoro ha tolto ogni dubbio al fatto che dietro la crisi climatica ci sia l'azione dell'uomo, con la dipendenza dai combustibili fossili. In tutto il mondo, poi, si osservano prove del fatto che la frequenza e l'intensità degli eventi estremi sono aumentate, mettendo a rischio la vita di milioni di persone. Abbiamo però, assicurano gli scienziati, tutti gli strumenti per un futuro vivibile, ad esempio le energie rinnovabili, il cui costo non è mai stato così basso. Da qui si parte per scoprire un testo che sarà il punto di riferimento per i decisori politici alla Coop28, la Conferenza delle Nazioni Unite, che si terrà a fine anno a Dubai e in cui tutti i leader mondiali dovranno fare il punto sugli obiettivi fissati per limitare il riscaldamento globale a un grado e mezzo.