Nutrire le api come se fossero i neonati, una pratica estrema per salvarle dalla fame. Le anomalie climatiche hanno danneggiato le piante in piena fioritura e messo in pericolo, secondo Coldiretti, le 50 miliardi di api nel nostro paese. "In questo periodo vengono nutrite con acqua e zucchero, perché da noi, purtroppo, è arrivata una gelata ad aprile che ha rovinato tutto, sia dal punto di vista delle piante ma ha rovinato anche le api, perché ha distrutto la covata". Se la regina è triste, se le api sono a rischio è a rischio la biodiversità. Contribuiscono all'impollinazione e da questi insetti dipendono tre culture alimentari su quattro, ad esempio le mele, le pere, i cocomeri, le fragole e le ciliegie. Alessio Pellegrini è un giovani apicoltori di 30 anni, possiede un centinaio di arnie. "Alcune arnie sono diverse dalle altre non hanno il melario?" "Sì, non hanno il melario perchè non sono pronte per produzione di miele. Il miele che producono serve solo per il nutrimento loro, per mandare avanti l'arnia". "Quali stime avete per quanto riguarda il calo della produzione?" "Non lo so, ma se continua così anche il 50%". Nonostante le difficoltà, il calo delle specie, la concorrenza dei produttori esteri il consumo di miele è in crescita e sono in costante aumento gli apicoltori, specialmente tra i giovani. Secondo la Federazione di settore ai 65mila operatori, di cui un terzo professionali, vanno aggiunti almeno altri 10mila appassionati.