I cambiamenti climatici caratterizzati da un aumento delle temperature medie e da una maggiore frequenza di fenomeni meteorologici estremi, come la siccità, contribuiscono alla scarsità di acqua su tutto il territorio dell'Unione europea. Secondo una ricerca CNR Ambi il 20% del territorio italiano rischia di diventare incoltivabile, ci sono aree in cui, a causa dei cambiamenti climatici e di pratiche agronomiche forzate, la percentuale di sostanza organica contenuta nel terreno è scesa al 2%, soglia per la quale si può iniziare a parlare di deserto. E le previsioni indicano che lo stress idrico aumentera entro il 2030 su tutto il territorio europeo. "Il territorio italiano, soprattutto in Nord Italia, è colpito ormai da mesi da una siccità molto grave forse la peggiore degli ultimi anni, si registrano piogge che sono addirittura il 40% in meno, addirittura l'80% in meno nel Nord-Est, ma è anche la ricarica delle riserve idriche deve piovere ma deve piovere anche in un certo modo, il bassissimo livello di neve che c'è stato questo inverno, che come sappiamo è molto importante al momento del disgelo proprio per ricaricare le falde sotterranee." La guerra in corso nel cuore dell'Europa ha messo in allarme il settore alimentare in seguito al blocco delle esportazioni dall'Ucraina anche se i dati mostrano che il nostro Paese non rischia una reale carenza di cibo ma principalmente una minore disponibilità di mais per il settore zootecnico aggravata dalla siccità. "Il nostro modello di produzione così basato su un consumo di risorse così elevato e così globale anche è ovviamente più fragile, in questo momento ampliare i terreni coltivabili è un po' un controsenso intanto perché noi dobbiamo invece adottare misure per arricchire e per far sì che anche la riserva idrica, anche il terreno sia in grado di trattenere maggiormente l'acqua facciamo in modo semplicemente di produrre di più per il consumo umano e di meno per il consumo animale cambiando un po' i nostri stili di vita.".