Le ondate di calore delle ultime settimane in Europa, Italia compresa, Nord America, sarebbero state quasi impossibili senza i cambiamenti climatici. A dirlo, è un'analisi rapida fatta da World Weather Attribution, Organizzazione Internazionale di scienziati che studia la correlazione tra eventi meteorologici e clima e cerca, basandosi su modelli statistici, di dare una rapida risposta scientifica all'origine degli eventi estremi. La risposta in questo caso non sorprende ma non è scontata: non sorprende perché da anni la comunità scientifica compatta ci avvisa che con l'aumento della temperatura media globale, gli eventi estremi diventano sempre più frequenti e sempre più estremi. Non è scontata perché gli stessi climatologia avvertono che serve prudenza nell'associare qualsiasi evento al clima che cambia. L'analisi degli scienziati si è concentrata sul mese di luglio nel periodo in cui il caldo è stato più pericoloso; è stata dunque presa in considerazione la media delle temperature massime per 7 giorni nell'Europa meridionale, negli Stati Uniti occidentali, in Texas e Messico settentrionale. È stata analizzata anche la situazione delle pianure della Cina per 14 giorni. In questa ultima regione, il cambiamento climatico ha reso l'ondata di calore almeno 50 volte più probabile. A contribuire all'innalzamento delle temperature negli ultime settimane secondo i ricercatori, è stato probabilmente anche lo sviluppo di El Niño, un fenomeno naturale che si verifica periodicamente. Ma la causa principale, è da ritrovare nella crisi climatica provocata soprattutto dall'utilizzo dei combustibili fossili come petrolio e gas. Il tutto, mentre luglio, rischia di diventare il mese più caldo mai registrato.