Macugnaga, siccità: progetto di Acqua Novara e Politecnico

16 giu 2023
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La crisi si osserva dall'alto, dai grandi serbatoi d'acqua delle Alpi: i ghiacciai, sempre più preziosi. Quello del Belvedere imbianca una parete del Monte Rosa e domina il paese di Macugnaga. Da questa grande massa glaciale, si irradiano incalcolabili sorgenti. Il rumore dell'acqua domina e inganna, non è più così abbondante da poterla buttare. Qui ci troviamo nel ghiacciaio del Belvedere a 2.100 metri, in un crepaccio, che solamente pochi anni fa, 5 anni fa, era pieno di ghiaccio ed ora è colmo di detriti. "In neanche una vita, poco più di 50 anni, qui è cambiato tutto. Dicono: la montagna è il termometro dei cambiamenti climatici. Noi l'abbiamo proprio visti." "Il ghiacciaio è vita, è acqua. È vita, è una cosa che vive, che si muove e lo vedi sparire tutti gli anni. Non è una cosa ... Penso che non sia una cosa bella per nessuno." La necessità di adattarsi è impellente per comprendere come i cambiamenti climatici stiano impattando sul ciclo idrico. La società dell'acqua di Novara che gestisce la risorsa in 140 Comuni, ha avviato una collaborazione con il Politecnico di Milano. Un progetto di ricerca a partire dall'analisi dei dati sul campo, creando proiezioni per un futuro da ricostruire con interventi urgenti, in una rete idrica vetusta, con perdite, che proprio in alcuni paesi d'alta montagna, raggiungono il 70%. "Su questo territorio, dei 140 nei quali eroghiamo i servizi, oltre 40 Comuni hanno dovuto avere delle limitazioni di impiego dell'acqua per gli scopi non potabile e quindi una limitazione, ad esempio, per l'irrigazione, una limitazione per il riempimento delle piscine. Questo perché stiamo vedendo che c'è meno disponibilità, soprattutto sulle fonti superficiali, e questo, in vista anche delle stagioni prossime che saranno stagioni calde, ci impone un atteggiamento molto cautelativo nell'impiego immediato. Abbiamo visto, ad esempio, che le fonti superficiali hanno avuto una riduzione di oltre il 90% della disponibilità nei mesi scorsi. Noi abbiamo oltre 500 fonti superficiali che alimentano i nostri acquedotti, che vuol dire avere molta meno disponibilità, e questo è un fatto. E un'altra cosa che abbiamo visto è che ad esempio, gli eventi meteorici si concentrano nel tempo, e questo da grossi problemi ad esempio per la resilienza, come si usa dire, delle infrastrutture. Il nostro territorio, è un territorio che storicamente è terra d'acque. Questo vuol dire che negli anni passati, parliamo di parecchi decenni addietro, si investiva molto poco sulla rete acquedottistica, perché acqua ne avevamo in quantità esorbitante. Oggi, che invece abbiamo capito che la risorsa idrica è molto meno, il tema delle perdite è fondamentale. In alcuni contesti, soprattutto di montagna, le perdite sono molto importanti, raggiungono il 60, 65, quasi il 70%. Questo ci impone di investire risorse per risolvere questa problematica, perché, in prospettiva, è uno dei temi fondamentali sul quale dobbiamo lavorare." "Utilizzando le proiezioni di scenario dei modelli climatici su scala locale, vediamo innanzitutto che c'è molta incertezza relativamente al trend di precipitazioni. I vari modelli danno risposte diverse su come potrebbero variare le precipitazioni nel futuro. Però sono tutti univoci nell'indicare un aumento delle temperature. Quindi aumenterà anche la domanda irrigua per l'agricoltura e per l'industria, e lì dovremo essere bravi e cercare di costruire invasi, dove possibile chiaramente, perché comunque in Italia sono già stati costruiti molti invasi nell'ultimo secolo, e quindi bisognerà cercare di ridurre in qualche modo l'utilizzo dell'acqua, utilizzando tecniche di irrigazione più ad alta tecnologia, con minor consumo idrico." "La cosa più importante è imparare a gestire l'acqua correttamente, evitare di impermeabilizzare ulteriormente il territorio, evitare di creare delle grosse vasche cementificate, in modo da evitare che l'acqua rimanga localizzata solo in queste vasche e non riesca poi a fornire quelli che sono anche gli altri servizi ecosistemici che l'acqua ci fornisce, oltre all'utilizzo potabile." "Altre soluzioni sono ad esempio legate alle cosiddette soluzioni basate sulla natura: le Nature Based Solutions. Ad esempio creare dei piccoli invasi permeabili, che permettano di raccogliere l'acqua e di rialimentare la falda e distribuirli in maniera omogenea sul territorio, in modo da evitare di creare grossi invasi a monte, che poi possono causare delle assenze, una scarsità d'acqua invece più a valle." "l'acqua è una risorsa preziosa, dobbiamo gestirla in modo oculato, dobbiamo investire tante risorse per preservarla ed è forse il bene, insieme all'aria, più importante sul quale siamo impegnati, per le attuali e per le future generazioni.".

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