Onu, piani energia lontani da accordi di Parigi

20 ott 2021
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Nei prossimi venti anni i governi prevedono un aumento della produzione globale di petrolio e gas e solo una modesta diminuzione della produzione di carbone. E' il paradosso contenuto nel rapporto del programma ONU per l'ambiente. I dati sul tavolo della crisi climatica mostrano un aumento considerevole della produzione di combustibili fossili almeno fino al 20 40. Uno scenario che allontana gli obiettivi dell'accordo di Parigi cioè contenere le emissioni e la crescita della temperatura del pianeta a 1,5 gradi. Mentre la finanza secondo i dati ONU sta progressivamente redigendo importanti investimenti verso le rinnovabili, i governi continuano a puntare sulle fossili. 15 principali paesi produttori tra cui Cina, India, Russia, Arabia Saudita e Stati Uniti le scelgono ancora prioritariamente. Dall'inizio della pandemia Covid-19 hanno sostenuto con oltre 300 miliardi di dollari investimenti in attività riconducibili alle fossili, più di quanto non abbiano versato per l'energia pulita. Eppure secondo l'eminente rivista scientifica Lancet il mondo è in codice rosso. Il cambiamento climatico crea le condizioni ideali per il diffondersi di malattie infettive rischiando di annullare decenni di progressi per l'umanità e provocando shock sanitari globali come quello appena determinato dalla pandemia. L'equazione certo non è di facile soluzione. Occupazione, crescita economica, salute e mantenimento degli standard contro l'obiettivo di contenimento delle emissioni della temperatura del pianeta e pure per Mario Draghi una via c'è ed è la transizione ecologica. Dobbiamo portare avanti un'agenda climatica ambiziosa e fare in modo che le nostre scelte siano accettate e condivise, sostiene il Presidente del Consiglio, in vista del Consiglio Europeo al via domani a Bruxelles. Serve fare di più, rilancia anche la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, che vede nella prossima Cop26 a Glasgow il momento per il mondo di accelerare il passo. Un obiettivo improrogabile che se non condiviso rischia di restare insoluto al tavolo del vertice sul clima.

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