Lei è Olivia, ha 3 anni, è stata investita da un'auto e ora le stanno facendo un'ecografia per verificare gli organi interni. Qui siamo, invece, nella nursery, con le incubatrici; questo cucciolo ha appena due mesi ed è arrivato disidratato e denutrito, come sempre più spesso accade. Siamo a Novello, nel cuneese, nel rifugio La Ninna, l'unico centro d'Europa per il recupero dei ricci in difficoltà. Qui ne curano 500 all'anno. Lo ha fondato, 10 anni fa, Massimo Vacchetta, veterinario che dedica tutta la sua vita a questo piccolo e schivo mammifero notturno, vera e propria sentinella ambientale, che rischia l'estinzione a causa dell'inquinamento, della siccità e dell'aumento delle temperature. "I numeri sono terrificanti, sono scomparsi il 70% dei ricci nell'arco di 30 anni in Europa. E in Inghilterra ancora peggio, c'erano 30 milioni di ricci negli anni 70 e adesso ne sono rimasti meno di un milione. Rischiano l'estinzione nell'arco di 10-20 anni ed è un dato veramente allarmante perché sono animali presenti sul pianeta da 15 milioni di anni; sono animali sentinella dello stato di salute dell'ambiente, la loro scomparsa significa che siamo in pericolo anche noi, perché il clima e il degrado ambientale sono una minaccia anche per la razza umana". Da uno studio condotto con il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Torino, è emerso che i ricci stanno scomparendo a causa dell'eccessiva cementificazione e, soprattutto, dei repentini cambiamenti climatici, che hanno alterato l'ambiente in cui vivono, sconvolgendo il loro habitat. "I ricci sono sempre più malati, affetti da parassiti, perché non trovano più il loro cibo naturale, cioè gli insetti, e assistiamo sempre di più a un crollo della popolazione di insetti a causa dell'ambiente, dei pesticidi, ma anche del clima. Il clima sta distruggendo la base della catena alimentare del pianeta che, appunto, sono gli insetti". "Che cosa significherebbe la scomparsa di questo animaletto?". "Significa tantissimo, i ricci sono diffusi in tutta la fascia eurasiatica, la loro scomparsa è un segno premonitore anche della nostra scomparsa, perché l'ambiente in cui vivono loro è l'ambiente in cui viviamo noi".