Secondo il mito, i vitigni del Candia arrivarono sui Colli Apuani sulla barche dei coloni greci, per questo portano il nome dell'omonima città dell'isola di Creta. Vigne che sembrano anfiteatri, tra le montagne e il mare. Luoghi impervi, presidi di biodiversità. 300 ettari che portano ad una piccola produzione DOC, che vale circa 800 ettolitri. L'assenza di pioggia quest'anno, ha portato ad una vendemmia anticipata; si inizia con la raccolta di uva bianca che poi diventerà Vermentino, Trebbiano, Malvasia e Albarola, poi verrà il turno dei grappoli rossi e quindi Merlot, Sangiovese e l'autoctono Massareta. "L'uva è già matura?". "Sì, sì!". "Abbiamo iniziato una settimana, dieci giorni prima rispetto poi a quello che è il periodo che si vendemmia in queste zone qua". "La raccolta quindi è anticipata, ma anche i grappoli hanno un po' sofferto della siccità?". "Qualcosa sì, ma nell'insieme no. Qui ha mantenuto abbastanza bene, perché comunque abbiamo dei ceppi che sono vecchi e la struttura e la conformità di questo territorio che ... tutto terrazzato, e siamo abbastanza alti, diciamo che mantiene anche un po' di umidità per le viti". La chiamano vendemmia eroica, dalle Alpi all'Etna, è quella dei vigneti più impervi, dove non c'è meccanizzazione, dove le cassette si caricano in spalla e dove la tradizione è necessariamente anche passione. "Ho un territorio dove si lavora solo esclusivamente a mano, praticamente è un giardino fra le due città, fra Massa e Carrara, che noi manteniamo dai nostri antenati, da secoli, con un po' di difficoltà, però ci viene un prodotto talmente buono, che dà una soddisfazione di lavorarci tutti i giorni, anche se vedi come siamo sudati! È bello così!".