Ecco l'articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Environment International, frutto di una ricerca dell'Epidemiologia della Città della Salute di Torino che ha evidenziato i potenziali danni cronici all'apparato respiratorio che si possono sviluppare già nella prima infanzia, in caso di esposizione ripetuta ad eventi estremi dovuti al cambiamento climatico: incendi, alluvioni, ma soprattutto ondate di calore e siccità. "Noi abbiamo identificato un aumento di rischio di fischi e sibili al torace dovuto all'esposizione ripetuta, durante il primo anno di vita, a ondate di calore e periodi di siccità prolungati, e questo sintomo respiratorio può indicare potenziale sviluppo di asma e peggior funzionalità respiratoria in età successive. È un misto di effetti diretti, come può essere un'irritazione diretta del sistema respiratorio dovuta a un'ondata di calore. La siccità, invece, può agire attraverso il particolato atmosferico o i pollini stessi che rimangono più in sospensione nell'aria non essendoci precipitazioni che sono in grado di far cadere a terra il particolato". Lo studio è stato condotto nell'ambito del progetto Ninfea, una comunità di 7.000 mamme e bambini distribuita su tutto il territorio nazionale grazie alla quale, dal 2005, gli scienziati raccolgono un'enorme mole di dati. E testimonia quanto l'impatto del cambiamento climatico sia forte e presente, con effetti anche a lungo termine sulla nostra salute, a partire proprio dai bambini. "Questo studio ci racconta che il cambiamento climatico è già in atto. Vediamo già un danno di salute sulle generazioni che esistono e non solo sulle generazioni future, quindi è fondamentale un'azione precoce e che prenda la salute non in secondo piano ma al centro delle strategie di mitigazione e di adattamento". .