Tuscia, tra turismo slow e tutela della biodiversità

20 mag 2021
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Tuscia, terra dei primi popoli italici, ancor prima che arrivassero gli etruschi come dimostra la necropoli di Castel d'Asso in provincia di Viterbo, scoperta nel 1817. Scavata nella roccia, lungo le rupi che dominano la valle del torrente Freddano, è una delle più spettacolari. La biodiversità in quest'area non ha avuto bisogno di interventi. Semplicemente uomo e natura convivono nel rispetto reciproco e ancora oggi, soprattutto oggi. È possibile vivere l'esperienza di questo rapporto lungo le passeggiate a piedi tra i boschi che sfiorano antichi insediamenti urbani o tra le colline dove ancora oggi pascolano liberi i cavalli, una delle pochissime aree in Italia dove ancora avviene. Sui siti istituzionali tusciasport.it e tusciawelcome.it si trovano tutte le informazioni per visitare la regione, scegliere i percorsi di trekking più adatti a sé. Magari per raggiungere gli uliveti attorno al lago di Bolsena e andare a scoprire i frantoi che le famiglie si tramandano da generazioni o ancora per scoprire come viene prodotto il miele e come sono curate le arnie, le case delle api. Questo piccolo insetto è fondamentale per l'ecosistema perché garantisce la riproduzione dell'80% delle piante selvatiche e del 75% delle nostre colture.

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