Diplomazia internazionale e attivismo civile al lavoro per Alberto Trentini. Del cooperante veneziano si è persa ogni traccia lo scorso 15 novembre, giorno del suo arresto in Venezuela. Il 45enne, impegnato con una ONG, è stato fermato senza alcuna accusa formale. Una vicenda sulla quale la Farnesina ha mantenuto il più stretto riserbo per non compromettere il lavoro della diplomazia. Settimane vissute tra angoscia e speranza al Lido di Venezia, dove abitano famigliari e amici del cooperante. "Alberto deve essere liberato, è una pedina", sostengono i genitori, secondo i quali il 45enne sarebbe rimasto intrappolato in questioni internazionali a lui del tutto estranee. Informazioni sulle motivazioni e sulle condizioni della detenzione sono state formalmente chieste all'incaricato degli affari venezuelani in Italia, dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Abbiamo chiesto una visita consolare, c'è stato confermato che è detenuto. Abbiamo chiesto che venga trattato nel rispetto delle regole. Abbiamo chiesto la visita consolare. Stiamo lavorando in tutti i modi per cercare di arrivare a capo della situazione".