Ipotermia. Terribile il primo responso dell'autopsia che racconta come il bambino trovato senza vita il 2 gennaio scorso nella culla termica della chiesa San Giovanni Battista, a Bari, sia morto per il freddo. Resta da accertare se il decesso sia avvenuto prima, o come sembra più probabile, dopo il suo abbandono nella culletta, che in quest'ultimo caso se avesse funzionato, avrebbe potuto salvare il piccolo, come successo nel luglio del 2020 e nel dicembre del 2023, con Luigi e Maria Grazia. Un dettaglio fondamentale per l'inchiesta perché potrebbe aggravare la posizione del parroco, Don Antonio Ruccia, e di un tecnico della manutenzione. Gli unici indagati al momento con l'accusa di omicidio colposo. Don Antonio, che aveva fortemente voluto la culletta 10 anni, fa l'unica in città, un progetto nato dalla collaborazione con il reparto di neonatologia del Policlinico, è finito nel registro degli indagati perché di fatto gestore della culla che si sarebbe dovuta attivare con il peso del bambino, riscaldandosi e lanciando un segnale d'allarme proprio al cellulare del parroco, unico dispositivo collegato. Con lui risulta indagato anche il tecnico che a dicembre effettuò la manutenzione dell'impianto a seguito di un blackout nella zona che lo avrebbe messo fuori uso. Resta invece ancora a carico di ignoti l'accusa di abbandono di minore, seguito dell'evento morte, ipotizzata nel filone di inchiesta parallelo che mira ad individuare chi il 2 gennaio abbandonò il bambino che aveva già un mese di vita.