Per chi non conosce la lingua dei segni, all'ingresso ecco la bacheca con i bigliettini prestampati, per ogni immagine è una parola. Questo qui è la cioccolata, qui c'è la persona che può venire, prendere il bigliettino e portarlo al Banco direttamente oppure siccome c'è disegnato il segno relativo può allenarsi a farlo e provare a ordinare con il segno. É solo uno dei modi per ordinare, qui ogni forma di comunicazione è ammessa, a gesti, scritta o parlata, ma in quest'ultimo caso deve essere possibile per baristi e camerieri leggere le labbra. Altrimenti si può mettere allo specchio e provare, l'abbiamo chiamato l'angolo del cocciuto, e provare ad allenarsi più volte per poter riuscire a comunicare. Sara Longhi ha 38 anni, Alfonso Marrazzo 36, sono soci, hanno aperto nel 2012 il bar senza nome nel centro di Bologna. Questa attività non è solo un bar, è proprio un'attività che si occupa di attività sociali, artistiche, culturali. Le abbiamo portate avanti così, in modo naturale, quindi dare un nome, un'etichetta al bar, no, non ci deve essere niente e quindi per questo bar senza nome, un luogo d'incontro per chiunque. Ed è il primo locale in Italia gestito da sordi, un appellativo che loro preferiscono a non udenti. Non udenti vuol dire che gli udenti sono meglio e negare quindi l'altro che siamo noi, chiamateci persone sorde, neanche sordomuta, mi raccomando, sorde. Ora il Presidente Sergio Mattarella ha nominato Sara e Alfonso Cavalieri dell'ordine al merito della Repubblica per il loro contributo alla conoscenza delle diversità e la promozione di una cultura di inclusione e di dialogo. Mi ha creato proprio la pelle d'oca quasi, una notizia che proprio non ci aspettavamo, devo dire veramente grazie, solo grazie. E guardando la nostra storia, con questo riconoscimento abbiamo capito che c'è voluto molto impegno, pazienza, comprensione delle situazioni, bisogna sempre trovare delle modalità giuste per riuscire ad arrivare al nostro obiettivo, perché il nostro obiettivo è togliere pregiudizi. Il locale ora è chiuso per le restrizioni della pandemia, Sara e Alfonso hanno scelto di lavorare in presenza, niente asporto o consegne a domicilio, ma appena sarà possibile accoglierli, festeggeranno con i clienti.