Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, ha usato toni pesantissimi, ha parlato di aumento ingiustificato, di spirale speculativa, di colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini. Ma intanto il rush dei prezzi di benzina e diesel è impressionante. Sia per la verde che per il gasolio, in quasi tutta Italia, quota 2,3 euro al litro è già toccata. E la corsa sembra destinata a continuare, con rischio di raggiungere, secondo le Associazioni dei Consumatori, il tetto dei 3 euro, tra la fine di marzo e i primi di aprile. Qui siamo a Catania, le file ai distributori parlano chiaro, si teme un'ulteriore escalation dei listini, da giorni letteralmente fuori controllo. Aumenti, la cui entità, non appare giustificata né dalle attuali quotazioni del petrolio, né dalle riduzioni delle forniture sul territorio, legate alla guerra in Ucraina. Senza contare che la benzina e il gasolio venduti oggi presso i distributori, sono stati acquistati mesi fa, a prezzi sensibilmente inferiori. Dalla Sicilia alla Lombardia, qui siamo a Milano, i prezzi del carburante non arretrano e si consolidano ampiamente oltre la soglia di 2 euro al litro, con il gasolio quasi allineato alla benzina. Del tutto comprensibile la corsa dei clienti alle pompe più economiche di questa e di altri città. Resta una rabbia antica, basta guardare il sito del Ministero dello Sviluppo Economico, con la rilevazione settimanale, aggiornata proprio ieri, per fare i conti con una scandalosa verità: il prezzo netto del carburante è pari al 44,7%, mentre il resto, quindi il 55,3%, è dato da accise e IVA. Tasse: una penalizzazione assurda.























