Eitan ha finalmente parlato con zia Aia. Una telefonata breve, volutamente senza enfasi, per non allarmare il bambino. La notizia arriva direttamente dallo zio paterno del bimbo, marito della tutrice legale di Eitan, che ha anche commentato con i giornalisti le notizie che arrivano da Israele, in primis i domiciliari per il nonno materno del bimbo, Shmuel Peleg. È un buon inizio dice Or Nirko ma ci vorrà tempo, aggiungendo che le diplomazie di entrambi i Paesi sono al lavoro e che presto con la moglie andrà in Israele. "Quando?" "Non vi do la data, non voglio avere un aereo pieno di giornalisti". Fino a venerdì Shmuel Peleg non potrà muoversi dalla sua abitazione a Petah Tikwa vicino a Tel Aviv. Indagato anche in Israele e interrogato dalla polizia sulla vicenda è stato rilasciato con due misure restrittive: obbligo di dimora e ritiro del passaporto. Risulta indagata solo in Italia invece la ex moglie di Peleg, Ester Coen. La Procura di Pavia indaga sulla sua complicità, così come sulle altre eventuali complicità nel blitz di sabato. Dopo l'istanza dei legali della famiglia paterna di Eitan al tribunale per le questioni familiari di Tel Aviv, la strada ufficiale per la restituzione del minore è aperta e la diplomazia già si sta muovendo. Difficile dire quanto ancora ci vorrà. Due i punti fermi: primo la Convenzione dell'Aja impone una sentenza entro sei settimane, secondo un'udienza al Tribunale di Tel Aviv è prevista per il 29 settembre.