Il Ministro dello sport da una parte, i magistrati romani che indagano sull’inchiesta Consip dall’altra. Un faccia a faccia durato poco più di un’ora nella caserma di via in Selci a Roma, lontano da riflettori e giornalisti. Tirato in ballo da Luigi Marroni, l’ex ad della società pubblica, Lotti è indagato per rivelazione di segreto istruttorio e favoreggiamento. Assieme al generale dei carabinieri Del Sette, il comandante della legione toscana, Saltalamacchia, Lotti avrebbe rivelato ai vertici Consip l’esistenza di un fascicolo sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione. Il nostro assistito, hanno detto i difensori di Lotti, ha risposto puntualmente a tutte le domande che gli sono state rivolte e ha ribadito con fermezza la sua estraneità ai fatti contestati. Il Ministro era già stato ascoltato dai magistrati per rendere spontanee dichiarazioni il 27 dicembre scorso e anche in quell’occasione aveva negato tutte le accuse. Un’inchiesta avviata dai magistrati di Napoli e finita poi a Roma per competenza. Assieme al filone principale della corruzione, 100.000 euro di mazzette, consegnate dall’imprenditore Alfredo Romeo al dirigente Consip Marco Gasparri, entrambi arrestati, c’è un altro filone sulla fuga di notizie che non ha risparmiato colpi di scena in queste ultime settimane: dall’iscrizione sul registro degli indagati dello stesso pm napoletano Henry John Woodcock, accusato in concorso con la conduttrice Federica Sciarelli di aver passato carte segrete al giornalista del Fatto Quotidiano Marco Lillo, fino alla revoca delle indagini ai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico. E un capitano del NOE, Giampaolo Scafarto, è indagato per falso perché avrebbe alterato in più punti l’informativa sulla quale si basava buona parte delle accuse a Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze.