Acque che si confondono ogni giorno di più: un altro degli uomini che, di fronte al Pm di Napoli Henry John Woodcock e a ufficiali dei carabinieri del NOE attaccarono il Ministro Lotti, cambia versione di fronte al Pm di Roma come ha fatto settimane fa l’ex Presidente di Consip Luigi Ferrara, strano. Presidente di Publiacqua a Firenze uno degli uomini del cerchio renziano, Filippo Vannoni, ai magistrati di Napoli raccontò che la fonte che gli rivelò di indagini in corso e telefoni sottocontrollo era l’ex Sottosegretario Luca Lotti. A parlare di Vannoni anche il grande accusatore di questa maxi inchiesta Luigi Marroni, che indicò nel manager fiorentino il soggetto che lo avvisò delle indagini insieme al Comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette e al Generale Emanuele Saltalamacchia. Ora, interrogato da inquisito per concorso in rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento a Roma, il manager ha corretto il tiro e ritrattato. Tutto ciò sapendo di rischiare un’accusa per calunnia per reati a questo punto che potrebbe aver commesso a dicembre, perché delle due l’una: o Vannoni disse allora una menzogna o la dice oggi. Ieri l’affondo della Procura di Napoli, che ha perquisito la casa del giornalista de Il Fatto Quotidiano Marco Lillo, mentre c’è attesa per l’interrogatorio di Woodcock di fronte ai suoi colleghi della capitale per chiarire i sospetti sulla fuga di notizie nell’ambito di uno dei più grandi casi di malversazione che ha portato in carcere l’imprenditore campano Alfredo Romeo.