L'unità speciale di continuità assistenziale regionale USCA del Lazio, ieri ha fatto 80 tamponi nell'Asl Roma 2 da domani fino a domenica il target di 150 al giorno, 680 in tutto. Spesso le persone aspettano anche 8, 9 giorni per fare il tampone. Con Osca RAD true si pone rimedio nell'immediato. In 800 hanno fatto domanda, tra medici e infermieri, dopo un corso allo Spallanzani possono operare sono tutti volontari, i numeri dunque ci sono e Basma, ha il titolo arretrato. Obiettivo fare tamponi entro 48 ore dalla segnalazione del medico curante. Noi entro il 3 maggio dobbiamo essere in condizione di poter aver azzerato l'arretrato e quindi si consente lavorare non in emergenza, ma in ordinaria. Quindi, se dovessero esserci dei casi sospetti all'interno delle abitazioni in comunità, non avendo arretrati da smaltire, è più facile, magari che la ASL con mezzi ordinari riesca da sola a fare l'intervento in tempi debiti. E a quel punto scatterà la fase due, e la priorità sarà operare in sicurezza, perché altrimenti si diventa o vettore della malattia, oppure ci si ammala. Bisogna scegliere se mono uso il camice o monouso l'operatore. Nel senso che una volta il medico ha fatto un intervento per sicurezza, quel medico si deve fermare e mettersi in quarantena. Molto meglio avere una tuta da cambiare mentre il medico continua a lavorare. Quindi ci stiamo muovendo su questa logica di assoluta professionalità, non siamo eroi, vogliamo essere eroi. Quando si viene in contatto con un malato covid, le tute sono fondamentali, ad oggi, le tute per i medici di famiglia non ci sono o mancano oppure sono ferme. La maggior parte in Cina. Facciamo un rapido calcolo, i medici di famiglia nel Lazio sono 4800 servirebbero dunque una fornitura base di due tute a testa almeno. Quindi 10.000 tute, ad oggi ogni fornitura è di 1.000, 9.000 in meno di quante ne servirebbero.