Covid, il bollettino del 17 gennaio

17 gen 2022
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"Alessandro vediamo un po' di dati con te riguardo insomma a quello che è un segnale cautamente ottimistico, vogliamo definirlo così?" "Diciamo che l'interpretazione delle curve che ci sono in questo momento questo dicono. Quindi prima ancora di vedere i dati del bollettino quotidiano di cui tanto si discute, vediamo questi dati che sono un po' più, naturalmente, di medio periodo e che ci dicono la tendenza indipendentemente poi dal dato delle ultime 24 ore. Cominciamo dal cartello 46 che è l'aggiornamento del dato che ci viene da Regione Lombardia che, come sappiamo non solo essendo la più popolosa ha più casi degli altri, ma anche proprio come incidenza in rapporto alla popolazione aveva avuto una curva in rapida ascesa, ebbene più si va avanti e più questo andamento in discesa che ormai, insomma, c'è da quasi una decina di giorni si conferma, questo naturalmente è un dato positivo, ricordiamo questo prescinde, essendo il tasso di positività, da quanti tamponi uno fa perché sono i positivi in base ai tamponi che fai. Andiamo a vedere i dati italiani, l'elaborazione del professor Sebastiani del CNR, cartello 48, è quello relativo agli ingressi in terapia intensiva su tutto il territorio nazionale come sappiamo c'è un andamento che ha portato a una crescita giorno per giorno che poi ha fatto cresce anche il numero di ricoveri in terapia intensiva in generale, però l'andamento dell'ultimo periodo è questo qui, c'è una gobba con un picco e poi comincia questo accenno di discesa. Naturalmente bisogna aspettare per vedere se si consolida, però è un dato indubbiamente da guardare con grande interesse. Stessa cosa, cartello 49, sempre l'elaborazione del professor Sebastiani, riguardano l'incidenza su tutto il territorio nazionale, quindi il numero di casi in rapporto alla popolazione, anche qui la forma della curva ci fa sperare perché dopo quella ascesa quasi verticale che abbiamo conosciuto nelle ultime settimane, adesso appunto questa forma tende ad appiattirsi. Vediamo chi è più avanti di noi su Omicron, cioè il Regno Unito, facciamo anche l'aggiornamento di quelle grafiche, cartello 30, sono le curve che vengono appunto da l'insieme del Regno Unito più significative perché loro hanno avuto prima l'arrivo di Omicron. Allora a sinistra l'andamento dei ricoveri, anche qui la forma è sempre la stessa dopo l'innalzamento quasi, no non verticale in questo caso, però molto pronunciato dell'ultimo mese a partire più o meno dal 10 di dicembre, adesso come vediamo nel grafico di sinistra c'è un appiattimento come se ci fosse il raggiungimento di un picco e soprattutto il grafico di destra è interessante perché nelle terapie intensive, che lì nel Regno Unito calcolano in modo un po' diverso, sono le persone intubate tecnicamente il dato che riceviamo dal Regno Unito, però lì non si vede niente. Quindi nell'ultimo periodo, nonostante il picco dei casi e anche l'aumento dei ricoveri nei reparti di area non critica, nelle terapie intensive non si è visto un'analoga risalita. Questo naturalmente lì dove Omicron è già più presente rispetto a casa nostra è un'altra cosa che ci fa ben sperare. Vediamo anche sempre a proposito di Omicron e Delta, torniamo a vedere i dati della flash survey, cartello 17, ci ricordiamo che nei giorni scorsi l'Istituto Superiore di Sanità ha fatto la nuova fotografia di quanto c'è Omicron in Italia, allora, a sinistra era la situazione al 20 di dicembre con Delta che era più o meno all'80% e Omicron più o meno al 20 il 3 di gennaio, che è la data in cui sono stati sequenziati i tamponi per fare questo calcolo, era ribaltato, Omicron adesso all'80% e Delta al 20. Vediamo questa identica grafica, ma invece delle percentuali mettiamo i numeri assoluti dei casi di contagio, il cartello 16, perché questo è interessante, perché il 20 di dicembre è vero che Omicron era poca cosa perché erano appunto uno spicchio piccolo, erano 6 mila casi e Delta erano 24 mila. A destra che cosa è successo, che tutto ribaltato, Omicron è prevalente e ha 160 mila casi di contagio di variante Omicron, ma Delta pur essendosi molto ridotta in proporzione, sono di più di quelli del 20 dicembre, 34 mila, quindi che cosa vuol dire, che al netto del fatto che si sono fatti più tamponi tra una torta e l'altra e anche questo conta, però le persone che noi abbiamo visto anche andare in ospedale e andare in terapia intensiva non erano tutte di Omicron, c'era Delta che per quanto ridotto in proporzione era ancora come numeri assoluti presente".

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