Covid, Pasquetta nella terapia intensiva di Rivoli

05 apr 2021
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Lavorare in una terapia intensiva, durante una pandemia, significa dimenticare il calendario e i giorni segnati in rosso. Il virus non conosce feste, nemmeno questi medici e infermieri che a Pasquetta, infagottati nelle loro tute, passano da un paziente all'altro per poi ritrovarsi, tutti insieme, attorno al letto di chi ha più bisogno. Il reparto di Rianimazione dell'Ospedale di Rivoli, diretto dal dottor Michele Grio, aveva quattro posti prima del Covid, ora sono 13 e sono, praticamente, sempre tutti occupati. Su questa lavagna notiamo l'età dei pazienti: non sono solo anziani, anzi, è il dottor Grio che i giorni rossi in calendario non li vede da un anno e in questo reparto ci ha passato le notti in sacco a pelo, ci spiega come il quadro clinico dei pazienti sia mutato nelle tre ondate finora vissute in questa pandemia. "Nella prima ondata prevaleva il quadro di tromboembolia polmonare, quindi abbiamo scoagulato tutti i pazienti e quella era l'attività principale, nella seconda ondata abbiamo avuto dei quadri un po' più sfumati con la comparsa anche degli infarti intestinali, la terza ondata ha un quadro polmonare peggiore, in cui i polmoni sono di una consistenza tipo carta velina, e prevalgono gli pneumotoraci e pneumomediastini, quindi troviamo aria intorno al cuore e intorno ai polmoni". "Diminuita anche l'età dei pazienti?", "Assolutamente sì. All'inizio vediamo più uomini che donne, adesso vediamo sia uomini che donne, prima vedevamo pazienti un pochino più anziani, adesso vediamo anche pazienti giovani e molto molto giovani", "Con quelle caratteristiche?"," Tutti con insufficienza respiratoria grave, con un consolidamento del polmone e la trasformazione del tessuto polmonare in quello che assomiglia, sempre di più, a un mattone". Ed attraverso questa TAC, del polmone di un paziente intubato, si vede bene l'evoluzione micidiale della malattia. "E vedete questa parte nera, è la parte in cui gli scambi respiratori avvengono normalmente, ma man mano che scendiamo, la parte nera viene sempre di più sostituita da una vera e propria colata di cemento in cui gli scambi non avvengono, questa assomiglia più a un mattone che ha un polmone". "La parte bianca?", "La parte bianca, assolutamente sì", "Come se ne esce?", "Se ne esce semplicemente vaccinando, dando il giusto rilievo alla campagna vaccinale, che deve essere massiccia e non deve guardare in faccia a nessuno".

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