2000 presidi chiedono al Governo di restare in DAD per due settimane, per la maggior parte la priorità invece resta la scuola in presenza, pur consapevoli delle enormi criticità e difficoltà a cui andranno incontro con il contagio che cresce e le nuove regole difficili da applicare. "Dopo due anni di combattimenti per la presenza, che è stata la nostra bandiera principale, non è compatibile con il fatto che a questo punto noi, come scuola, si chieda la DAD. Noi dobbiamo attrezzarci al meglio per l'emergenza, come d'altronde stiamo facendo da due anni, e cercare di accogliere i ragazzi nel modo migliore a seconda delle nuove regole che sono difficili, sono complesse, sono critiche ma vanno affrontate". Siamo andati in un liceo del centro di Milano, qui le elezioni sarebbero dovute ripartire in presenza. I ragazzi restano in DAD oggi per ragioni organizzative. 10 professori contagiati, due no vax sospesi, 50 studenti con il Covid, cifre che salgono con il passare delle ore, intanto nelle presidenze si cerca di capire come sciogliere i nodi del decreto entro lunedì. "La difficoltà a discriminare i ragazzi non vaccinati da quelli vaccinati nel caso di due contagi nella medesima classe, la necessità di avere le ffp2 che non abbiamo ancora, le stiamo acquistando, però è una cosa sulle nostre spalle e anche probabilmente il numero elevato di docenti positivi e quindi la sostituzione dei docenti, che è comunque un grosso problema sempre, in questo caso ancor di più".