I Carabinieri di Modena hanno suonato al campanello della sua abitazione all’alba e gli hanno notificato il provvedimento di fermo con l’accusa di tentato omicidio e lesioni aggravate. Daniele Albicini, 59 anni, incensurato, dipendente dell’azienda sanitaria di Sassuolo, secondo gli investigatori è l’uomo che la sera del 10 novembre scorso ha atteso il ritorno a casa del dottor Stefano Tondi, primario del reparto di cardiologia dell’ospedale di Baggio Vara, e lo ha aggredito spruzzandogli sugli occhi soda caustica caricata su una pistola giocattolo. Solo l’intervento del figlio del medico ha messo in fuga l’aggressore impedendogli di colpire il padre con un bastone, arma risultata poi determinante per le indagini. “Abbiamo una serie di indagini tecniche, tutte positive, di varia natura, che ci hanno portato all’odierno fermato. La ciliegina sulla torta, scusate il termine, è stata l’analisi depositata lunedì, quindi parlo di due giorni fa, dal RIS di Parma che ha evidenziato sul bastone che era brandito dall’aggressore, insieme alla famosa pistola da cui è stata emessa la sostanza caustica, ha rinvenuto su questo bastone due DNA, uno del figlio dell’aggredito, il DNA della persona offesa, di una delle due persone offese, l’altro era il DNA di una persona che poi è stata identificata nell’odierno fermato”. All’origine dell’aggressione un movente passionale, secondo gli inquirenti. Albicini, divorziato, padre di due figli, non accettava che la donna che conosceva da vent’anni e con cui, tra alti e bassi, aveva avuto un legame sentimentale, da alcuni mesi fosse divenuta la compagna del dottor Tondi.