"Questo palazzetto accoglieva tutte brande dove c'erano tutte piccole barelle, dove c'erano persone che avevano perso tutto. Vederlo ora con tutti quelli che ci hanno aiutato è una grande gioia, ma anche una grande commozione". I volti e le divise di chi c'era e ha donato impegno e solidarietà durante l'emergenza, un anno dopo la devastante alluvione l'Emilia Romagna, nel palazzetto di Faenza, celebra e dice grazie ai tanti volontari che hanno dato una mano. 11mila quelli che si sono alternati nelle fasi più critiche. "Passando praticamente la città di Faenza che era stata tagliata in due dal fiume, quindi la zona est non era accessibile, l'unica cosa che si sentiva era solamente le urla di aiuto e il rumore della pioggia, non c'erano luci e non si riusciva più a a vedere nulla". "Ci sono tanti ricordi belli, di aver dato il nostro contributo per salvare più persone possibili e stiamo sempre e tutte le volte facendo esercitazioni per migliorare". "Noi abbiamo lavorato principalmente sull'aspetto della cucina da campo poi tutte le squadre idro hanno seguito, diciamo, tutti i vari cantieri nello sgombro e le pubbliche assistenze hanno fatto veramente un lavoro importantissimo in quei momenti". 17 le vite portate via dall'alluvione, case, aziende terreni invasi dal fango, strade cancellate dalle frane, Faenza, Cesena e Ravenna i territori più colpiti. "Ricostruiremo, certo ci sono ritardi, dopo un anno ancora non si vedono i rimborsi e sui cantieri, che peraltro procedono, manca personale che spero possa arrivare e venga fatto arrivare nel più breve tempo possibile". Nella protezione civile nella, nella Croce Rossa, nelle tante piccole e grandi associazioni i volontari lavorano fianco a fianco con i Vigili del Fuoco, le forze dell'ordine, le istituzioni locali, sono formati e ben equipaggiati, un'eccellenza da valorizzare sottolinea Luigi d'Angelo, direttore del dipartimento di protezione civile. "È un segno distintivo del nostro Paese nell'intero sistema anche internazionale di protezione civile".