Il cloroformio doveva servire per realizzare un acquario di meduse fai da te, le ricerche su come togliere le bruciature dalla vasca da bagno, poco prima che uccidesse Giulia, le fece dice solo per distrarsi perché si era accorto che una candela aveva macchiato la ceramica. Voce ferma, lucido, risponde per oltre cinque ore, nel dettaglio, alle domande dei Pubblici Ministeri. Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano incinta di sette mesi, a un anno esatto dalla morte della ragazza e ammette di aver colpito Giulia con un coltello puntando alla gola, di non averle dato il tempo di difendersi, ammette di aver provato più volte a bruciare il suo corpo nella vasca da bagno poi in cantina, di averlo tenuto in auto il giorno in cui era andato a pranzo dalla madre, ammette di aver provato a sviare le indagini e anche di aver avvelenato Giulia con il topicida che dice gli ho messo in bocca solo due volte, due granuli a inizio Maggio mentre lei dormiva e questo sebbene l'autopsia dica invece che l'assunzione di veleno risalga da alcuni mesi prima. Non volevo ucciderla spiega, ma solo provocare l'interruzione di gravidanza, ero avvolto da pazzia. "Sulla base delle contestazioni che gli sono state fatte ha detto: oggi sono in grado di ricostruire meglio com'è andata." Dalle analisi del Sis emerge che l'imputato il 5 marzo 2023 cerca su internet veleni mortali fatti in casa, cerca anche ammoniaca e feto spiega ora Impagnatiello perchè voleva capire come mai Giulia sentisse spesso il sapore dell'ammoniaca in bocca. C'è Silenzio assoluto in un'aula affollata più del solito quando la PM gli chiede perché ha ucciso Giulia? Me lo sono chiesto migliaia volte risponde lui, ma non credo avrò mai una risposta. Per tutta l'udienza resta solo la mamma di Giulia seduta sul banco in seconda fila davanti a se ha una foto col primo piano della figlia, ogni tanto la stringe la testa resta alta e lo sguardo fisso sull'imputato. "Oggi è il giorno di Giulia, parlate di Giulia.".