I ragazzi si siedono sulle panche nell'atrio del liceo classico Michelangelo e quando i posti finiscono, finiscono anche loro sul marciapiede. È venerdì il giorno di School for future, della didattica a distanza che diventa presenza fuori dagli istituti ma dopo tante settimane, e le iniziative che si sono inventati per mandare un semplice messaggio, la scuola è a scuola, i ragazzi sono delusi davanti all'ipotesi di un ritorno in classe soltanto nel 2021. Chiudere le scuole era l'unica possibilità, ma dovuto all'impreparazione secondo me. Ci si poteva benissimo aspettare che gli studenti, soprattutto quelli che abitano lontano, per muoversi per arrivare a scuola dovevano prendere dei mezzi pubblici. Noi siamo arrabbiati, siamo presenti, il Michelangelo, comunque, come si può vedere è presente e continueremo. Al liceo Machiavelli Capponi, indirizzo internazionale, ci sono anche i prof. Seduti in terra a far lezione. Siamo state le prime a chiudere e le ultime a riaprire a settembre, con comunque tutta una serie anche di vincoli e di regole a cui i ragazzi si sono adattati. Quelli più previdenti hanno sedie, gli altri si accontentano di zaini o asciugamani. Continueranno così la loro protesta fino a quando il loro diritto allo studio non sarà riacquisito. Mi manca una routine, una quotidianità, quella bellezza di stare in classe, imparare in classe e non attraverso lo schermo, che è totalmente un'altra cosa.