Generazione anZia, Pellai: figli non vanno iper controllati

08 mag 2024
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I genitori del terzo millennio sono quelli che hanno cercato in tutti i modi di crescere figli felici e sono anche quelli che si trovano invece coi figli adolescenti che hanno i peggiori indicatori di salute mentale degli ultimi 120 anni. Che cosa è successo? Molto probabilmente abbiamo declinato la ricerca di felicità dei nostri figli in assenza di qualsiasi forma di disagio e sofferenza immaginandoli incapaci di maneggiare la fatica di diventare grandi, facendo un sacco di cose noi al posto loro, proteggendoli da tutto quello che immaginavamo essere troppo impattante sulla loro vita. Se come genitori vogliamo allenare alla vita bene i nostri figli la prima cosa è fare attenzione al percorso e non al traguardo. Siamo genitori che vogliono figli numero 1 e campioni in tutto. Mentre la cosa che conta è come stanno conducendo, scendendo nella pista della vita. Molto meglio guardare come se la stanno cavando piuttosto che il risultato. L'adolescenza è il tempo dell'autonomia, quindi non ha bisogno di iper-controllo e iper-cura ma ha bisogno di supervisione rispetto alla propria capacità di muoversi nella vita. Il genitore che geolocalizza sta iper-controllando il figlio. Il genitore che invece vede il figlio uscire di casa e stabilisce con lui l'ora di rientro e rimane tranquillo in attesa del figlio che rientri entro l'ora concordata quello è un genitore supervisore. Noi in questo momento siamo genitori che vorremmo tenere sotto controllo ogni secondo della vita dei nostri figli. Il nostro ideale sarebbe mettergli addosso una webcam quando escono di casa e stare allo schermo del pc in casa nostra a vedere cosa stanno facendo. Così non si diventa grandi e per giunta così è come se noi costantemente dicessimo "ogni tuo errore sarà verificato da me e te la dovrai vedere con me", mentre dentro ai loro errori se la devono vedere con se stessi, con la comunità del loro gruppo dei pari. Un esempio concreto è il registro elettronico. Se noi siamo genitori ansiosi 30 volte al mattino andiamo a vedere se è stato dato un voto a nostro figlio. Quando torna a casa ne sappiamo più noi di lui di quello che gli è accaduto. Questa cosa non serve a nulla e per giunta convince i figli che noi siamo attenti solo al traguardo, cioè il voto, e completamente disinteressati al percorso.

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