Erano circa 180 le persone a bordo della Summer Love per la maggior parte afghani in fuga. L'imbarcazione un caicco in legno era partita dalla Turchia aveva navigato per quattro giorni in condizioni terribili, mare forza 4 e venti di burrasca forza 7. All'alba del 26 febbraio di un anno fa sembrava che ce l'avessero fatta, la barca era ormai a pochi metri dalle coste calabresi invece si arenò su una secca e la furia del mare la distrusse, spezzata in due. Nel buio e nel gelo di quella mattina i pescatori di Steccato di Cutro e i Carabinieri provarono a portare in salvo tutti quelli che era ancora possibile salvare ma per giorni, per mesi, il mare continuò a restituire corpi senza vita 94 le vittime 35 erano minori. Una tragedia pubblica e collettiva. Nei giorni successivi le indagini portarono all'individuazione di sei componenti l'equipaggio uno di loro Il Capitano, l'uomo che aveva materialmente condotto la barca morì nella sciagura. Il siriano Mohammed Abdessalem e il turco Gun Ufuk sono stati giudicati con rito abbreviato e condannati entrambi a 20 anni di reclusione. Altri tre hanno scelto il rito ordinario.