Incendi, 366 denunciati e 18 arrestati primi sei mesi 2017

19 lug 2017
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L’Italia è avvolta dalle fiamme dalla Toscana alla Sicilia passando per il Lazio, Campania, Puglia e Calabria. Focolai rinvenuti tra la boscaglia e la vegetazione hanno divorato ettari di macchia mediterranea. In una settimana è andata in fumo un’area della penisola grande quanto quella bruciata in tutto il 2016. Secondo lo studio della Commissione europea European Forest Fire Information System dall’8 al 15 luglio 2017 i roghi hanno interessato 27.167 ettari di boschi, mentre nel 2016 il Rapporto ecomafia di Legambiente sottolinea che sono andati in fumo oltre 27.000 ettari. Dall’inizio dell’anno al 15 luglio, stando ai dati europei, le fiamme hanno avvolto un’area di 52.374 ettari, insomma un ecosistema rigoglioso di piante secolari che ogni anno viene incenerito. Perché? “Le cause sono molteplici – spiega il colonnello Marco Di Fonzo, Comandante del Nucleo informativo antincendio e boschivo dei Carabinieri – disattenzione, vandalismo, interessi criminali. Si dovrebbe capire che si sta parlando anzitutto di un problema di senso etico. La protezione del nostro patrimonio forestale deve essere partecipata e condivisa con la popolazione. Dunque, non solo attività di repressione, ma anche di prevenzione – insiste il Comandante – perché la difficoltà di intercettare gli incendiari è complessa. Colui che appicca il fuoco può colpire ovunque, in un’area rurale dove non lo vede nessuno e coglierlo in flagranza di reato è meno semplice rispetto ad altri reati”. Anche se una volta preso il piromane, le pene sono severe: da quattro a dieci anni di reclusione, secondo l’articolo 423-bis del Codice penale. Dal 1° gennaio 2017 sono 366 i denunciati per il reato di incendio boschivo e diciotto gli arrestati da parte dei carabinieri della specialità forestale su un totale di 4.836 controlli nei primi sei mesi dell’anno. Per far fronte all’emergenza dei roghi fondamentale è il Catasto delle aree percorse dal fuoco, previsto dalla legge n. 353/2000, che sottopone queste zone a vincoli rigidissimi: per quindici anni non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio. Questa legge ha permesso in diciassette anni di dimezzare gli incendi nel nostro Paese: da circa 12.000 degli anni Ottanta ai 5.000 di oggi. Ma, mentre le Regioni sono in forte ritardo nel varare i piani anti-incendi boschivi, il Catasto manca ancora nel 20% dei Comuni, in altri non viene neanche aggiornato.

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