Inchiesta Bergamo, indagato il numero due dell'Oms Guerra

10 apr 2021
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L'accusa è di aver dichiarato il falso, non solo sul mancato aggiornamento del piano pandemico, ma anche sulle presunte pressioni, nei confronti di uno degli allora ricercatori della divisione europea dell'OMS. Finisce così, indagato nell'inchiesta della Procura di Bergamo, sulla gestione della prima ondata dell'epidemia di Covid, in una delle zone più colpite d'Italia, Ranieri Guerra, Direttore Vicario dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ed ex Direttore Generale della Prevenzione, al Ministero della Salute dal 2014 a fine 2017. Nel mirino del pool di magistrati, che indaga per epidemia colposa, la sua audizione come testimone, lo scorso 5 novembre. Quella in cui Guerra, avrebbe negato di aver mai esercitato alcuna pressione su Francesco Zambon, allora capo dei ricercatori dell'ufficio di Venezia dell'OMS, poi dimessosi, affinché correggesse, alcuni passaggi contenuti nel report di cui era tra i firmatari e che l'OMS aveva pubblicato a maggio 2020, sul sito della sezione europea. Report scomparso definitivamente il 13 maggio, 24 ore dopo cioè, la pubblicazione, ma di cui i legali dei familiari delle vittime, sono entrati in possesso e dove a pagina 20, si parla chiaramente della impreparazione dell'Italia nell'affrontare la pandemia e di una reazione degli ospedali, improvvisata e caotica. Agli atti, ci sarebbe anche uno scambio di email, tra Guerra e Zambon, che davanti ai magistrati aveva parlato anche di minacce. La scomparsa del report, ha portato a una rogatoria internazionale verso l'OMS di Ginevra. Guerra smentisce e si dichiara stupito e amareggiato, per la decisione dei magistrati, secondo i PM però, avrebbe mentito, anche quando disse che il piano pandemico influenzale, non aveva bisogno di aggiornamenti, in quanto, negli ultimi anni, non si erano registrati gravi episodi epidemiologici. In realtà, in base agli accertamenti della Procura di Bergamo, sia l'OMS, sia l'Unione Europea già nel 2013 avevano chiesto un aggiornamento, che poi non ci fu. Il piano, avrebbero appurato i magistrati, era rimasto fermo al 2006. Nell'ambito dell'indagine, ormai alle battute finali, era stato ascoltato come teste, anche l'ex Premier Conte, in relazione alla mancata istituzione della zona rossa nella bergamasca e della riapertura del Pronto Soccorso, dell'Ospedale di Alzano Lombardo.

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