Inchiesta Consip, in manette imprenditore Romeo

01 mar 2017
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Una lotta imprenditoriale per aggiudicarsi gli appalti a suon di tangenti o attraverso la ricerca degli appoggi nell’alta politica. È il “sistema Romeo” descritto dal GIP nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto del noto imprenditore napoletano. Romeo è accusato di corruzione perché avrebbe ottenuto appalti in CONSIP, la centrale acquisti della Pubblica Amministrazione interamente controllata dal Ministero dell’economia, in cambio di tangenti. L’imprenditore vuol mettere le mani su una delle più grosse gare in Europa, il Facility Management 4, un appalto di quasi 3 miliardi di euro. Risulterà, poi, primo in graduatoria per tre lotti del valore di 600 milioni di euro, grazie all’aiuto – scrivono, però, i magistrati – di un dirigente della società, Marco Gasparri, anche lui indagato per corruzione. Sarà lo stesso Gasparri a raccontare ai magistrati di aver ricevuto da Romeo in quattro anni 100.000 euro in mazzette, uno stipendio fisso per spifferare all’imprenditore notizie riservate e bandi di gara della società. Nelle carte dell’inchiesta figurano, poi, i molteplici interessi e le reti di rapporti intessuti da Romeo con il suo consulente Italo Bocchino, anch’egli indagato per traffico di influenze illecite. L’ex deputato avrebbe facilitato Romeo nei rapporti con gli enti pubblici, il sistema politico e l’alta burocrazia. Schiaccianti le accuse raccolte a carico dell’imprenditore napoletano. La confessione del dirigente CONSIP, centinaia di intercettazioni, perquisizione e recupero da parte dei Carabinieri del NOE nella discarica di Roma di alcuni foglietti strappati e poi ricomposti, su cui Romeo era solito annotare nomi, cifre, compensi e presunti accordi illeciti. Su un pizzino c’è scritto “30 al mese a T”, dove “a T” per gli inquirenti potrebbe riferirsi a Tiziano Renzi, padre dell’ex Presidente del Consiglio Matteo, anche lui indagato in concorso con un imprenditore toscano, Carlo Russo, di traffico di influenze illecite. Dietro la promessa di denaro – è l’ipotesi accusatoria – Russo e Renzi si sarebbero impegnati a sponsorizzare Romeo con l’amministratore delegato CONSIP, Luigi Marroni. Tra gli indagati eccellenti ci sono anche il Ministro Luca Lotti, il comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette e il comandante della legione toscana, il generale Saltalamacchia. Tutti e tre devono rispondere di rivelazione di segreto di ufficio. Avrebbero avvertito i vertici CONSIP dell’inchiesta in corso.

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