La fase 2 dei bambini dimenticati

21 mag 2020
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Non hanno una data, se non i più grandi, quella che segnerà la fine dell'anno scolastico e della didattica a distanza la fine del lockdown e delle voci di maestri e professori nelle loro stanze, nelle mattine surreali degli ultimi tre mesi. Per i bambini un vero piano ancora non c'è, gli hanno tolto la scuola e la socialità si sono dovuti adattare ad una nuova vita, e ora che i genitori sono tornati al lavoro, restano sospesi. A Milano, dove la quota di contagi è più lunga che a Wuhan i pacchi sono stati riaperti e loro, con i sorrisi coperti dalle mascherine, sono tornati a popolare gli scivoli e le altalene. A ritrovare qualche amico a cercare di riprendere un pezzo di libertà. Oggi a Milano, se non fosse per le mascherine, sembrerebbe uno di quei pomeriggi estivi che profumano di gelato e crema solare. Ma i bambini si sono già ammalati o sono quasi immuni? Sono contagiosi o hanno una carica virale bassa? L'unica certezza dei pediatri è che i casi sono stati pochi e che nelle ultime settimane non sono aumentati. Quando è finito il lockdown non possiamo dire che ci sono stati degli aumenti e direi anche ormai i monitoraggi sono più attenti, quindi questo dato è abbastanza importante da sottolineare. La salute, quella del corpo, ma anche quella della mente, cosa ricorderanno i più piccoli del virus che li ha tenuti in casa e i più fragili quanto ne hanno sofferto? In generale, negli adolescenti nei bambini speciali con disturbo di spettro autistico, con disabilità intellettiva o con disturbi comportamentali di vario genere possono aver inciso molto di più e aver dato dei problemi, quelli che noi chiamiamo comportamenti problema che abbiamo avuto anche affrontare in situazioni di urgenza, cercando di essere sempre presenti. I centri estivi potrebbero riaprire tra un mese circa, saranno le regioni a valutare se e come quel che è certo è che si tratta di un progetto circoscritto a piccoli gruppi e a fasce d'età. Per quei piccoli i cui genitori lavorano entrambi a riaprire per ultimi saranno gli asili nido, per loro non c'è alcuna prospettiva. Tra Ciucci, bambole e peluche, gli educatori dei servizi 0-3 privati e convenzionati della Lombardia, cantano le canzoni che ogni mattina, scandivano la vita dei loro bambini. Nella sola regione 2000 strutture sono a rischio e la cassa integrazione potrebbe non arrivare. Siamo qui a chiedere appunto la proroga degli ammortizzatori sociali, una erogazione fluida dei fondi 06 e delle risposte certe per le nostre riaperture.

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